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GHIACCIAIO MONTE BIANCO 2021 - CILLA
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GHIACCIAIO MONTE BIANCO 2021 - CILLA

A ZONZO PER IL GHIACCIAIO DEL BIANCO... 11.7.21
Scrivo queste righe in uno spazio di relax in Dolomiti dove, di nuovo, la montagna mi parla. Quella stessa montagna che sa accoglierti con i suoi silenzi e la sua meravigliosa bellezza, ma sa anche respingerti e mettere a dura prova le tue resistenze. Scrivo pensando a quelle due povere ragazze morte sul Monterosa il 3 luglio, giorno in cui avremmo dovuto salire anche noi. E saggiamente abbiamo rimandato.
Loro invece sono morte per maltempo. Che tristezza...
Più invecchio e più mi rendo conto che la montagna insegna umiltà e pazienza. Certo, costa sempre un po’ di fatica e impegno spostare un evento che coinvolge più persone: non conto le telefonate fatte, i messaggi mandati, in modo da cercare di avere meno perdite possibile. Alla fine solo Davide non ha potuto partecipare e il mio lavoro è stato ripagato dalle facce felici dei miei amici.
Era la primavera del 2009, pochi mesi dopo la morte di Lia, quando è nata dal mio cuore e dalla sua energia, questa iniziativa che ormai da 13 anni, ogni estate ci accompagna. Neanche il covid ci ha fermato. Abbiamo ridotto e ridimensionato, ma fermi mai.
E così alla fine in 8 più la nostra guida Silvio, ci siamo trovati alle 7 di domenica 11 luglio davanti alla futuristica stazione dello Skyway Monte Bianco. Io come sempre emozionata e stanca per non aver dormito un tubo, nonostante il pernottamento in valle presso la casa di amici: questa volta non è stata colpa del rifugio. Sono proprio io che tra emozione e preoccupazione non riesco a prendere sonno, nonostante melatonina a gogò.
Quest’anno poi il mio breve allenamento è stato compromesso da una brutta bolla trasformatasi in infezione, bolla causata da un meraviglioso paio di scarponi nuovi!
La prima sorpresa che ci troviamo è un mare di gente ferma in attesa: è tutto bloccato. La prima navetta delle 6.30 non è ancora partita. Nella notte un forte temporale (che io ho sentito!) su Punta Helbronner ha richiesto accertamenti di controllo prima dell’apertura. I fatti del Mottarone sono ancora nell’aria...
Alla fine alle 8 le cose si mettono in moto e noi con solo mezz’ora di ritardo iniziamo la nostra salita, con queste navicelle che, mentre salgono nel loro tiro da 1000 metri, compiono un giro di 360° offrendoti una visuale davvero incredibile. Arrivati in cima scendiamo tramite una passerella aerea direttamente sul ghiacciaio, dove tira una bella aria ’fresca’. Faccio un ringraziamento mentale a chi mi ha venduto pile con cappuccio e giacca tecnica, che a questa quota sono davvero indispensabili. Anche se... Mi giro e vedo un ragazzo in pantaloncini corti, () felpa e scarpe da ginnastica scendere sul ghiacciaio dopo di noi. No comment...
Dopo esserci imbragati, ramponati e legati, la nostra cordata si mette in moto dietro Silvio.
Il percorso verso il Col d’Entrèves inizialmente scende per poi risalire più avanti, anche con pendenze belle ripide. Questa è stata sicuramente l’ascensione più facile e breve di questi 13 anni, ma credo una delle più spettacolari. La bellezza di quel mare di ghiaccio e la maestosità delle vette tutto intorno mi lascia senza fiato. Respiro meraviglia e una commozione profonda e silenziosa mi pervade, mentre dolcemente salgo dietro Silvio con quel suo passo lento e regolare che amo così tanto. Mi godo la sensazione delle gambe che mi portano su e del respiro che mi accompagna e ogni preoccupazione si placa.
Arrivare in cima al colle e rimanere a bocca aperta è un tutt’uno. E lacrime di commozione giungono senza vergogna. Lacrime che lascio sgorgare copiose e abbondanti durante il nostro momento di raccoglimento.
Raccoglimento che abbiamo potuto fare, per una volta, sul colle senza fretta e in tutta tranquillità, immersi in tutto quel bianco e quel blu donati gratuitamente a tutti noi.
Questo è il momento culmine di ogni nostra ascensione, perché noi non siamo un gruppo di alpinisti e basta. Noi saliamo e ci regaliamo il tempo per riflettere, fermarci e condividere emozioni, pensieri, sentimenti creando uno spazio prezioso solo nostro, unico e irripetibile. Sentire la presenza di Lia e la forza che lega noi piccoli umani che, anno dopo anno, saliamo e scendiamo da vette condividendo noi stessi e le nostre vite, i nostri dolori, le nostre gioie, è una cosa difficile da rendere con le parole. Il nostro salire insieme è un inno alla Vita!
Sono davvero grata a tutti coloro che hanno partecipato.
In primis a Silvio che da 13 anni ci accompagna, con professionalità e cura, condividendo lo spirito dell’iniziativa.
A Olga ed Enrica che si sono aggregate diventando subito parte del gruppo.
Ai due Marcello e a Pietro, i nostri 3 "tronchi di pino", che ci hanno allietato con le loro battute e la loro ironia.
A Ombretta, mia amica da sempre, che ha vinto la sua paura della funivia per essere dei nostri.
A Rebecca la cui presenza mi dà sempre grande gioia: vederla salire come uno stambecco sui monti mi riempie di felicità perché vuol dire che l’amore per la montagna è stato trasmesso con il latte materno!
La montagna ci è amica e compagna.
Lia l’amava tanto e noi in questa dimensione ritroviamo la nostra Essenza.
È per questo non posso che essere profondamente grata.
Grazie a tutti voi per questa gita gentile, lenta, gioiosa che ci ha permesso di goderci ogni singolo momento di una bellezza mozzafiato in uno scenario incredibile. 
Cilla
Borca di Cadore, 22.7.2021
 
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