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SUL MONVISO CON LIA E MARCO - Cilla
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SUL MONVISO CON LIA E MARCO - Cilla

Bivacco Boarelli 29.8.2016

Scrivo queste righe appoggiata a una bella pietra davanti al bivacco, crogiolandomi al sole in questo magnifico scenario di rocce e silenzio.

Penso che per capire cosa sia veramente il silenzio occorra venire in montagna. Qui il silenzio è palpabile, tangibile, concreto. Si tocca. Si respira. Si mastica…

Devo ammettere che è stata un’impresa organizzare questa salita al Viso. Meteo avverso. Cambio di date obbligato. Adesioni che saltano. Qualcuno che si aggiunge. Telefonate. Contatti. Insomma … un casino!
Alla fine ieri domenica 28 agosto riusciamo a partire. Siamo in tanti e tanti giovani. Che bello!
La mia unica preoccupazione è per il bivacco. Robi e Mavi sono partiti al mattino ma non possono tenere il posto per tutti. Siamo in 12 a salire da Castello di Pontechianale + Mavi e Robi, + Adamo, il genero di Marcello, che forse ci raggiungerà in serata.
Ci ritroviamo alle 14.20 in un clima allegro e sereno e riusciamo a metterci per strada alle 14.50
Purtroppo ci sono subito dei problemi perché Danilo non sta bene. Ci fermiamo un paio di volte per aspettarlo. Io sono abbastanza preoccupata. Per lui che è bianco come un lenzuolo e secondo me dovrebbe tornare indietro. E per noi che dobbiamo comunque fare 1200 metri di dislivello.
Scegliamo di salire per la strada più diretta ovvero il magnifico (e tremendo) vallone delle Forciolline: un orrido bellissimo ma che ti fa sputare l’anima per salirlo tutto…
Decidiamo di dividerci: una parte va avanti perché c’è un minestrone da mettere a cuocere per cena. Una parte sale con più calma per aspettare Danilo, il quale invece tornerà poi a casa con Gioele.
Io salgo abbastanza bene, anche se con fatica. La mia gamba gigia si è messa a farmi male all’inizio del Vallone e mi tocca fare attenzione ad ogni passo che faccio. Verso le 18 mi rendo conto di non avere più carburante e mi faccio la “flebo” di latte condensato. Una cosa schifosa e dolcissima ai più, ma che è l’unica cosa che io riesco a trangugiare in certe situazioni e che mi ha salvato più di una ascensione!
Rebecca è con me e Marcello. La vedo affaticata e mi sembra preoccupata per il giorno dopo. Si sta sicuramente facendo i pensieri che mi faccio io di solito: ma come faccio ad arrivare in vetta domani se tribolo già ad arrivare al rifugio??!
Io per contro penso che sono proprio contenta di non andare in punta: quest’anno proprio non ce n’è e ringrazio la mia saggezza interiore che mi fa capire e accettare i miei limiti.
Riusciamo ad arrivare al bivacco poco prima delle 19. Ombretta e Davide sono già lì da un pezzo. Gli altri sono dietro.
Il bivacco è già strapieno. Non si capisce bene come faremo a dormire. Abbiamo a disposizione 3 materassi, un po’ di sottotetto e … il pavimento! (neanche molto per la verità..)
Rebecca ed io abbiamo saccopelo e materassini e questo mi dà un po’ di tranquillità.
Saluto Mavi e Robi. E’ bello ritrovarli in quota. Robi è stato dei nostri nei primi anni e Mavi invece si può dire che non è proprio un’amante della montagna!! La vedo provata. Hanno avuto dei problemi con la salita dal Berardo e si è spaventata parecchio. Inoltre loro sono qui con un carico doloroso… sono qui per Marco…
Poco per volta il gruppo si ricompone e nel frattempo mettiamo a cuocere la minestra. La cena è allegra e conviviale. Si condivide quello che si ha. Si mangia stipati nel poco spazio disponibile, condividendo scodelle e cucchiai. E devo dire che il mio minestrone liofilizzato Knorr fa sempre la sua bella figura a 2800 metri!!
(Onore a Marcello che si è portato sul il pentolone!!)
E’ bello questo bivacco anche se siamo ammassati come sardine. Alla fine troviamo una quadra. Mavi e Robi si divideranno un materasso. Io e Rebecca un altro. Gloria, Grazia e Osvaldo un materasso e un pezzetto nella camera. Gli altri 5 sopra nel sottotetto dove ci sono 40° e bisogna dormire in mutande.
Si chiacchiera, si ride e gli animi si rasserenano. Io sono contenta perché vedo Rebecca felice. Passa molto tempo fuori a guardare le stelle e a chiacchierare con Nicolò e Davide. Marcello invece è preoccupato. Il mio amico stambecco ( e qui chiedo una standing ovation… salito tre giorni prima sul Monte Bianco dal rifugio Gonella… 1800 metri di dislivello in 8 ore… roba da matti contando che non ha più 25 anni!!) aspetta suo genero che non sa se è realmente partito. Qui il telefono non prende e non c’è possibilità di comunicare.
Sono già le 21.30. La luce andrebbe spenta perché c’è gente che si alza alle tre. Lasciamo però la luce accesa nella parte anteriore perché fuori è buoi pesto (niente luna piena quest’anno!) e Adamo rischia di non vedere il bivacco. Marcello, che crolla dal sonno, si mette buono buono sulla panca e si appisola da seduto. E’ stanco morto ma col cavolo che va a dormire!! Mi fa una tenerezza infinita.
A un certo punto Rebecca entra entusiasta e dice “C’è una luce che sta salendo!!” Marcello si rianima. Esce fuori ed effettivamente l’unico pazzo che può salire dalle Forciolline con questo buio pesto è solo Adamo!
Arriva sudato fradicio, dopo 3 ore di dura salita, con uno zaino gigantesco che non oso pensare quanto sia pesante (giustamente attrezzato per bivaccare fuori in caso di non arrivo al rifugio). Che bello vedere quanta tenerezza ha Marcello per questo genero. E’ commosso. Contento. Finalmente rilassato. Tempo di farlo ristorare e sistemarsi e si spegne la luce. Nel frattempo arrivano anche Rebecca e Nicolò il quale dopo essere stato in “piccionaia” decide di venire a dormire per terra perché su proprio  non ci si sta!
Io e Rebecca ci mettiamo testa/piedi e cerco di strizzarmi il più possibile contro la parete per lasciarla il più comoda possibile. In realtà nessuno di noi dorme. Io ho male alla gamba e devo muoverla spesso. Il materasso è decisamente piccolo e cadere per terra non è così improbabile.
Ho però una magnifica vista, attraverso le vetrate del bivacco, su un cielo stellato meraviglioso e sono veramente in pace. Posso anche non dormire. Recupererò dopo quando tutti saranno partiti. E’ incredibile quanti pensieri ti passano nella testa, quante emozioni vibrano nel cuore quando sei lontano da tutto e tutti, in un guscio di legno, vetro e metallo, avvinghiato alle rocce in una notte fredda e ventosa di fine agosto a 2800 metri.
All’una sentiamo un po’ di trambusto e vedo scendere dal sottotetto Davide che decide di andare a dormire fuori. Fuori??!!?? Ma è matto???
Tira un vento gelido e forte. Ma lui si piazza vicino al bivacco con lo zaino a mo’ di cuscino e si mette a dormire. Beata gioventù.. Posso dirlo? A 52 anni appena compiuti direi di si!
Probabilmente verso le 2.30 mi appisolo perché sento in lontananza i tre ragazzi che alle 3 si alzano per partire.
Alle 4 c’è la sveglia generale. Mi alzo anch’io. Mettiamo su il the per una colazione veloce. Loro si preparano. C’è emozione, adrenalina e forse un po’ di ansia in alcuni che non sanno cosa li aspetterà ( sette non sono mai saliti sul Monviso!)
Alle 4 e mezza arriva Silvio la nostra incredibile Guida. Quest’uomo – pazzo come un cavallo – è partito alle 2.10 sopra Crissolo, facendo Quintino Sella e Sagnette, e in 2 ore e 20’ è arrivato al bivacco! No comment !!
Saluta tutti. Beve un po’ di the. Cerca di capire da chi è composto il gruppo e le esigenze di ciascuno per fare la cordata.
Poi cazzia Rebecca che vuole salire con le braghe corte degli scout e le fa mettere quelli lunghi. Detto da me ( e quanto detto!!) acqua fresca. Detto dalla Guida tutt’altra cosa… vero Rebecca?!?!?
Alla fine alle 5 il gruppo si mette in cammino. Sono undici. Mi commuove salutarli sapendo che questa volta – per la prima volta - non sarò dei loro. Abbraccio Rebecca e le dico commossa in un orecchio: “Salutami Lia quando sarai in punta…” Mi fermo a guardarli fuori nel buio della notte che precede l’alba, con le loro frontali che illuminano passo dopo passo il loro cammino…
A questo punto non mi resta che tornare a letto e sperare di dormire un po’. Che effetto!! Io e Mavi da sole a occupare il bivacco vuoto, pieno di tracce degli alpinisti saliti in vetta. Tantissime persone che hanno lasciato le loro cose per poter salire leggere e senza pesi inutili.
Che grande lezione ci dà la montagna! Se sapessimo fare così anche nella vita reale...
Alla fine riesco a riposare a spizzichi e bocconi per 3-4 ore e mi sveglio con lo stesso mal di testa della notte. Mannaggia!!
Mi alzo. Mavi è sveglia. Lei è rimasta a dormire nel soggiorno e il locale è gelato… qualcuno ha lascato la porta socchiusa. Prepariamo un po’ di colazione, sistemiamo il bivacco e faccio pure un po’ di pulizia.
Alla fine eccomi qua a scrivere, appoggiata a un pietrone al sole e al vento di quota 2800
Accanto a Mavi… due mamme unite dalla prova più dolorosa che possa toccare a un genitore… due donne che aspettano un gruppo di amici saliti sul Monviso per Marco e Lia… con queste due Stelle che brillano splendide nel cielo a illuminare e accompagnare ogni giorno le nostre vite…
Cilla
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